Sapere l'inglese non è un'opzione
Ora che l’intelligenza artificiale può tradurre tutto in tempo reale ha ancora senso investire sull’apprendimento della lingua inglese? Risposta secca: sì. Non tanto perché viene richiesto nei CV - in media nel 7% degli annunci nel nord Italia e nel 2,5% al sud - quanto più per il fatto che è considerata una skill sine qua non per chi ha ambizioni di carriera.
Ma in Italia come siamo messi? Vale ancora la storia dell’inglese maccheronico che non sapremmo parlare come si deve? Purtroppo sì. In Europa siamo terzultimi, con performance che per alcune fasce d’età sono in peggioramento.
Però il bicchiere può essere visto anche mezzo pieno: i Millennial hanno investito nelle proprie competenze linguistiche e l’inglese lo parlano meglio rispetto a dieci anni fa. English First ha stilato una scala di bravura che va da 350 (livello molto basso) a 700 (alto). Il livello di inglese “buono” è fissato a 550 punti e quello “alto” a 650. Dal 2015 in Italia chi ha tra 26 e 30 anni è migliorato da 518 a 572. E anche la fascia 31/40 si è data da fare: da 473 ha raggiunto 556 punti.
Anche se ChatGPT e altri software possono scrivere per noi una mail in un inglese perfetto, sarebbe sbagliato adagiarsi sulla nostra comunque tutt’altro che invidiabile situazione. Anche perché non ci si può mai fidare fino in fondo degli altri,che sia una IA che traduce in simultanea o una traduttrice professionista, è sempre meglio avere gli strumenti per cavarsela da soli. Meloni docet.
📊Il lavoro delle donne - Più della metà di quelle che ha un lavoro è concentrata in 21 mestieri, mentre gli uomini spaziano su 53. Gli esperti la definiscono segregazione professionale orizzontale.
🤯 In cerca d’altro - Secondo un report di Great Place To Work in Italia oltre 4 persone su 10 (43%) vorrebbero cambiare il proprio posto di lavoro entro il 2025. La media europea è del 31%. Il desiderio si nota soprattutto tra chi ha 18 e 24 anni (40%), così come tra i Millennial (36%) e decresce con l’età.
⛔️Nuove regole sulla sicurezza - La Conferenza Stato-Regioni ha approvato il nuovo Accordo nazionale sulla formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Tra le novità ci sono durata, contenuti minimi e modalità di erogazione dei corsi obbligatori che rientrano tra le responsabilità dei datori di lavoro.
“Ci vogliono 20 anni per costruire una reputazione e cinque minuti per rovinarla. Se ci pensate, farete le cose in modo diverso”
Warren Buffett, investitore americano
Abbiamo incontrato Davide Patron, content creator e insegnante di inglese
Presentati come se dovessi mandare un vocale di 30 secondi.
Sono un content creator e insegnante di inglese. Vivo in Scozia da quasi 7 anni, dove ho iniziato l’università. Sempre lì ho scoperto un mondo nuovo rispetto all’inglese. Ti ammettono soltanto se hai un C1, ma anche se sai scrivere testi accademici e usare parole ricercate all’inizio non sapresti confrontarti con l’idraulico. La pronuncia è una cosa che va affrontata. Sperimentare, fare figuracce, sbatterci la testa mi sono serviti molto.
Cosa suggerisci a chi vorrebbe migliorare il proprio inglese ma purtroppo non può trasferirsi all’estero?
Parti da quello che ti piace. Parti dal fare tutto quello che fai, ma in un’altra lingua. Comincia a guardarti video in inglese. Così si inizia a mettersi in gioco.
Poi però c’è sempre il problema che con l’idraulico non è facile parlare…
Infatti tutte queste informazioni vanno processate. Dall’input bisogna ottenere un output. Di base ho sempre detto che devi parlare da solo, descrivere le azioni che fai ogni giorno non appena ti svegli. Sembrerà da sciocchi, ma funziona veramente. Come farsi la telecronaca. E poi c’è il passo successivo: parlare con qualcuno. Poi, chissà, un giorno anche con l’IA faremo chiacchiere qualitativamente ottime.
Visto che l’hai citata parliamone: un domani una persona potrà permettersi il lusso di non imparare l’inglese grazie a strumenti di traduzione simultanea?
Anzitutto direi che l’inglese non è una lingua in pericolo. Se c’è chi vorrà usare strumenti per mera produttività senz’altro sarà una soluzione. Ma la vedo difficile: sai che non avrai mai quella connessione con la persona con cui stai parlando. Ho imparato una cosa su questo: qualunque sia l’oggetto di studio, se lo capisci alla fine ti piacerà.
Speaking, reading, writing o listening: qual è la competenza indispensabile sul lavoro?
Tutte. Ma al netto degli strumenti l’unica non sostituibile è lo speaking. Per scrivere una mail ormai puoi chiedere a ChatGPT. Invece parlare e ascoltare non possono al momento essere sostituiti: è quello che ancora connette gli esseri umani tra loro.
Purtroppo in Italia non siamo messi bene con l’inglese. Qual è il motivo secondo te?
In Italia siamo tra i peggiori in Europa, poco ma sicuro. Quello che facciamo a scuola non basta. I social oggi permettono ai giovani di capire di più l’inglese, ma c’è ancora tanto da fare. Mi ricordo che quando avevo iniziato a lavorare alcuni italiani mandavano mail impeccabili solo che durante le presentazioni era un mezzo disastro. Se concili le due cose hai invece un cavallo di battaglia inarrestabile.
Che poi se una persona sa l’inglese mica per forza deve trasferirsi all’estero per poterlo parlare e fare carriera, no?
Ci sono tantissime opportunità. Ormai l’inglese è richiesto in tante grandi aziende perché hanno team internazionali. Si può partire in Italia e poi fare il salto e andare all’estero. Molti dicono che è troppo tardi, sbagliando: è sempre un mezzo potentissimo, qualcosa che puoi imparare in ogni momento della tua vita.
Sapere l’inglese è un problema di vocabolario carente?
Ci sono tanti ambiti che fanno la differenza. Il lessico è uno di quelli: più parole riconosci più le comunichi. Così come in tutte le lingue la pronuncia è un altro cavallo di battaglia.
Sapere l’inglese può salvare anche quando si pensa di avere le spalle coperte. L’esempio più recente è quello della premier Meloni quando ha interrotto l’interprete in difficoltà per parlare direttamente a Trump.
Se un capo di Stato parla la lingua del suo interlocutore è più facile che costruisca una relazione. Ed è una cosa potentissima. Avere un interprete fidato è una cosa ottima, perché ti può correggere se necessario, ma non è con quello che si riescono a costruire rapporti.
Lara: Il sito è sviluppato dall’azienda italiana Translated e offre un traduttore potenziato dall’Intelligenza artificiale. Una delle sue particolarità è che basa le proprie scelte su un set di dati composto da 25 milioni di traduzioni effettuate da professionisti. La piattaforma motiva il perché ha scelto di tradurre in un determinato modo. La piattaforma è disponibile su abbonamento.
Alcune posizioni aperte che sembrano interessanti:
💼 Game Developer @Voodoo
Studio di sviluppo di videogiochi con sede a Parigi
💰 RAL NON INDICATA
🎒 Conoscenza di Unity e inglese fluente
📍 Da remoto
💼
AI Publishing Specialist @Mondadori
Gruppo editoriale italiano
💰 RAL NON INDICATA
🎒 Esperienza con prompt engineering e con utilizzo di intelligenza artificiale generativa
📍 Milano (ibrido)
💼
Digital Advertising Specialist @Webranking
Agenzia media
💰 RAL NON INDICATA
🎒 Esperienza con Google Ads e Meta Ads
📍 Reggio Emilia (ibrido)
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