Quanto sono (poco) coccolati i veterinari
4,6 anni
Il tempo che in media impiegano i neolaureati in medicina veterinaria in Italia per raggiungere l’indipendenza economica (è più del doppio rispetto alla media in Europa)
75%
La percentuale di ditte veterinarie individuali in Italia (in Europa la media è del 23%)
35%
La percentuale di veterinari che in Italia ha preso un congedo di almeno 2 settimane per malattia a causa di burnout (in Lettonia è al 58%, in Lussemburgo al 9%).
🤑 Pagati a peso d’oro - Il Ceo di Meta Mark Zuckerberg ha attivato una campagna acquisti per sottrarre sviluppatori e talenti alla società competitor OpenAI. L’obiettivo è comporre il Superintelligence team al lavoro sull’IA e per convincere le persone a lasciare l’azienda di Sam Altman rumor indicano che l’ex Gruppo Facebook offrirebbe bonus milionari.
📈 Data scientist al sud - Secondo il report “AI e Data Skill Report 2025” pubblicato dalla società Data Masters, che ha analizzato 18mila posizioni aperte su LinkedIn in Italia, in diverse regioni del sud le aziende richiedono competenze come “Data Science” di più rispetto alla media nazionale (14,3%): nel primo trimestre 2025 in Calabria la domanda è stata del 27,2%, in Puglia del 21,2%.
📊 Un diritto di tutti - Un recente report di “Veneto Lavoro” riferisce che sono più di 36mila le persone con disabilità occupate in più di 22mila aziende nella regione. Sono soprattutto adulti con età compresa tra i 30 e i 54 anni. Ma qual è la situazione a livello nazionale? Solo il 32,9% della popolazione con gravi disabilità (quasi 3 milioni di persone) ha una occupazione.
“Non si tratta di evitare il fallimento, ma di imparare a reagire: è la risposta che fa la differenza”
Charlotte Jones, fondatrice di Business Scale Academy
Abbiamo incontrato Luca Buosi, medico veterinario e content creator (dr.quattrozampe)
Come si diventa veterinario?
Oggi bisogna essere un po’ pazzi. In Italia il primo scoglio è il numero chiuso. Poi ci si trova ad affrontare cinque anni molto impegnativi, quasi tutti corsi obbligatori con frequenza: è la facoltà con più esami, più di 50 in 5 anni. Poi ci sono l’esame di Stato e il tirocinio.
Come funziona il tirocinio?
La vita dei neolaureati in medicina veterinaria è difficile. Io ho fatto un anno gratis, pagato meno di un cameriere. Si viene sfruttati con turni massacranti. Quel che si può prendere è 200, 300 euro al mese. Finalmente i nuovi si stanno ribellando. Non c’è una durata prestabilita, non è standardizzato.
In Italia operano più liberi professionisti o dipendenti?
Il medico veterinario del cane e del gatto nella maggior parte dei casi è una partita IVA. Una minoranza fa un concorso pubblico per lavorare nelle ASL. Poi c’è una zona grigia all’italiana: siamo liberi professionisti, ma collaboriamo con le cliniche e molte volte si instaura una situazione da falsa partita IVA. Io per fortuna ora ho più spazio: collaboro con una clinica, con un ambulatorio e faccio anche visite domiciliari.
1,3 miliardi di euro per spese veterinarie in Italia. Molte persone vanno più volte l’anno dal veterinario: credi che alcune facciano più prevenzione per gli animali domestici che per se stesse?
Bisogna dividere in due categorie le persone: in alcuni casi è vero, c’è chi si preoccupa per tutto - magari rimanda cure personali e poi, non appena il cane guaisce, corre da noi. L’altra metà delle persone, invece, prende un cane o un gatto in maniera incosciente. E aspetta l’ultimo momento per portarlo dal veterinario, quasi sempre andando al risparmio. Non saprei spiegare il motivo. Alcuni accumulano gli animali senza avere soldi per gli antiparassitari.
Che pensi di chi sostiene che oggi si umanizzino troppo gli animali?
Credo sia vero. Soprattutto in quest’epoca. E va contro il loro benessere psicologico. Tante persone umanizzano cani e gatti per proprie mancanze. Prendono un animale e gli danno un ruolo di salvatore, come se fosse in grado di risolvere traumi. Lo dico perché tante volte ci sembra di curare non tanto il cane, ma chi abbiamo di fronte. Rimane un animale e, per il suo bene, deve rimanere tale. Poi umanizzare non significa mettere un vestitino, ma ben altro.
Parliamo dell’abbandono dei cani: 50mila casi all’anno e il 30% si verifica in estate. Pensi ci debba essere maggiore “selezione” dei padroni quando si adotta un animale?
La selezione ci deve essere assolutamente. Vedo che c’è molta superficialità nel prendere un animale, sia cane che gatto. E questo sfocia nell’abbandono, l’atto più estremo. Oppure nel menefreghismo se sta male. Non credo serva un patentino, perché abbiamo già abbastanza corsi e burocrazia. Ma magari una via di mezzo, come una visita a casa preliminare in caso di adozione.
Di recente è stata approvata una nuova legge per perseguire chi maltratta gli animali. Ti è mai capitato di curare cani o gatti maltrattati dai loro padroni?
Mi è capitato, purtroppo. Un veterinario, per legge, deve denunciare.
“Al posto di fare un figlio, mi prendo un animale domestico”. Pensi ci sia un legame tra queste due situazioni?
Torno al discorso di prima: prendo un animale e gli affido un ruolo che non è il suo. D’altra parte, la pet therapy esiste e funziona. L’animale sicuramente aiuta tantissimo, ti fa uscire di casa, ti fa incontrare persone nuove.
Quanto guadagna un veterinario?
Non c’è uno standard. Dipende se lavori in clinica o in ambulatorio, quanto sei specializzato e che turni fai. Diciamo che un neolaureato guadagna intorno ai 500 euro al mese. Una volta entrato, guadagna di netto 1.200 euro, che dopo qualche anno possono diventare 2.000. In Italia ci sono 12 facoltà di veterinaria. Siamo in tanti e questo spinge le cliniche a pagarci meno.
Cosa pensi del semestre aperto e della “cancellazione” del test di ingresso a medicina?
Sono per la libertà di studio. Considerando medicina veterinaria, io avrei tolto questo semestre, anche perché è così complessa che durante gli anni c’è una scrematura. Non serve il numero chiuso: se non hai tanta passione, alla fine lasci.
Quali sono i falsi miti che più circolano sul tuo mestiere?
C’è quello sul guadagno economico: a meno che una persona non sia proprietaria di una struttura, quelli che ho citato sono gli stipendi. C’è chi poi crede che, siccome siamo veterinari, dobbiamo conoscere qualsiasi animale. Io non so nulla di uccelli e tartarughe, ad esempio. Oggi siamo super specializzati: c’è chi fa solo dermatologia, per intenderci. Un altro luogo comune è che lo facciamo per soldi, ma non è vero. All’estero ci sono ben altri stipendi. Io seguo due cani che fanno su e giù dall’America. Una radiografia qua costa al massimo 80 euro in urgenza, là 220 dollari.
Chi ha animali sa quanto la loro perdita possa fare soffrire. Da medico veterinario come riesci a mantenere un distacco in quei momenti?
Ci fai il callo per forza. Altrimenti cambi lavoro. Non significa essere menefreghisti, ma più lucidi. Se ti arriva un gatto e non c’è più nulla da fare bisogna sedarlo. Bisogna avere sangue freddo, non andare in ansia e fare quel che bisogna fare. Questo anche perché bisogna accompagnare i proprietari in una scelta. Nessuno ci fa l’abitudine, ma un minimo di distacco serve.
Cosa ti piace di più e cosa di meno del tuo lavoro?
Mi piace il rapporto di fiducia che si instaura tra me e i proprietari. Anche perché, se c’è fiducia reciproca, si cura meglio l’animale. La cosa che mi piace di meno è l’eutanasia. E poi non ti nascondo che dovremmo essere più valorizzati.
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💼 Tecnico Veterinario @VetPartners
Clinica veterinaria
💰 RAL NON INDICATA
🎒 Esperienza anche minima nel settore
📍 Trento
💼
Data Scientist @Università Cattolica del Sacro Cuore
Ateneo
💰 RAL NON INDICATA
🎒 Laurea in Data Science o Biomedical Engineering e conoscenza di Python
📍 Roma
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Information Security Specialist @IIT
Istituto Italiano di Tecnologia
💰 RAL: 40/50K
🎒 Master in computer science e capacità di ragionare su sistemi complessi
📍 Genova
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