Fare il prete nel 2025: personal branding e oratori più efficaci di Tinder
1000 €
Il contributo netto mensile di un prete (non si chiama stipendio)
323
I nuovi preti ordinati nel 2023 in Italia. Erano 436 nel 2013
58%
La percentuale di preti “scontenti”, che si sentono “bruciati”. La cifra riguarda la diocesi di Padova, tra le più estese. La ricerca è stata condotta nel 2005 ed è tra le più recenti.
👩⚕️ Ospedali senza medici - Il 31 luglio scade il contratto dei cosiddetti medici a gettone. Negli ospedali vengono ingaggiati per coprire la carenza di personale. La denuncia della Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza: «Il 20-30% dei Pronto Soccorso ha medici provenienti da cooperative nei propri organici, e in alcune strutture i 'medici a gettone' arrivano a coprire fino all'80% dei turni».
😬 L’avviso del ministro UK - I lavoratori britannici farebbero meglio a fare pratica con l’intelligenza artificiale se non vogliono esserne spazzati via. Questo, in parole povere, è l’avvertimento del segretario con delega alla tecnologia del governo di Sua Maestà Peter Kyle. Ecco perché vuole formare 7,5 milioni di persone entro fine decennio.
👴🏽 In un paese che invecchia… - Secondo Assindatcolf entro il 2028 occorreranno 86mila domestici in più rispetto a oggi per occuparsi di una popolazione sempre più anziana. Tra tre anni ci saranno 2 milioni e 74mila assistenti domestici, tra regolari e irregolari.
“Non diventate professionisti della lamentela, ma assumetevi la vostra parte di responsabilità”
Don Luigi Ciotti, prete e attivista
Abbiamo incontrato don Alberto Ravagnani, prete e content creator
Come sei diventato prete?
Ho iniziato a pensarci a 17 anni dopo un'esperienza forte col mio oratorio. Una volta concluse le superiori ho deciso di entrare in seminario.
E come funziona la procedura?
Non basta volerlo. Uno si propone, dopodiché ha inizio un periodo di formazione e discernimento. Si parla con il rettore, con il responsabile delle vocazioni in quella che è l’istituzione che forma i futuri sacerdoti. Sondano il terreno, capiscono la solidità della motivazione. Seguono gli esercizi spirituali. A me a Milano ha richiesto un anno di tempo per entrare.
Qualcuno abbandona?
Alcuni direttamente la prima notte. Il percorso del seminario ha un primo anno propedeutico, in cui non sei proprio in seminario ma in varie strutture. Poi un’altra tappa è dopo due anni dall'ingresso, quando si viene ammessi agli ordini sacri. Si chiama biennio filosofico ed è un periodo di discernimento importante.
A scorrere il tuo feed pare che ti diverti un sacco. Se è vero che i seminari si svuotano forse non è il caso di mostrare che quella di un prete non è una vita fatta solo di sacrifici?
Sì, penso di sì. Non è che la vita del prete è sacrificata e basta: è una vita donata. San Paolo diceva che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Nessuno sceglie una vita di sacrificio. Gesù non ha promesso ai discepoli una vita triste. E poi c’è un’altra cosa: viviamo in un’epoca in cui si è sdoganato l’individualismo collegato al benessere individuale. Se un ragazzo si affaccia alla fede e sente il desiderio di essere prete è comunque un ragazzo di quest'epoca.
Non la vedi dunque come una scelta fuori dal tempo?
Anche lui cerca la felicità personale. Proporre un sacerdozio che fa a pugni con la cultura attuale potrebbe scoraggiare ulteriormente le vocazioni. Un tempo la gente entrava in seminario per necessità famigliari. Alcune ragazze venivano mandate in convento. Il seminario era poi il luogo in cui veniva offerta la migliore formazione. Diventare prete ti garantiva un buono stipendio. Non tutte le vocazioni nascevano così, ma tante vite sante sono state incubate in questo contesto. E non è contrario il Vangelo.
“Sapete perché le dimensioni non contano?”. È l’attacco di uno dei tuoi video (spoiler per chi non l’ha visto: si parla di crocifissi). Come si mantiene un equilibrio tra leggerezza sui social e il ruolo pubblico di uomo di chiesa?
Sto consapevolmente sul filo del rasoio. Mi rendo conto che serve spiazzare quelle persone che hanno grossi pregiudizi verso l’istituzione cattolica. Poi le porto a contenuti più alti. Lo ritengo un compromesso necessario.
Quanto guadagna un prete?
Un prete riceve un contributo, non uno stipendio. Parliamo di una cifra che non dipende dalle ore di lavoro. Per un prete medio come me si aggira intorno a 1000 euro netti al mese. Aumenta di poco per i parroci, i vescovi prendono 1500 euro circa. Poi ci sono i cardinali, che non prendono cifre da manager.
L’alloggio è sempre pagato, tra seminari e oratori?
Sì, la parrocchia si fa carico dell’alloggio del prete. I preti vivono dentro strutture della parrocchia e della diocesi.
Oltre a questa cifra però guadagni anche grazie alle tue attività social?
Sono soldi che reinvesto in attrezzature. Ho fondato un'associazione. Un prete può scrivere libri, può insegnare all’università. Oggi credo che per la chiesa un modo per fare fundraising sia collaborare coi brand.
Qual è la lamentela che senti più spesso tra preti giovani?
La più diffusa è quella rispetto all’istituzione. La chiesa ha il compito di mantenere strutture, tradizione. Ma avrebbe anche il compito di evangelizzare. I preti giovani sono inseriti in un mondo in cambiamento, a contatto con una realtà che sempre meno risponde alle proposte della chiesa.
Un mese fa per settimane ci si concentrava prima sulla morte di Papa Francesco e poi sull’elezione di Leone XIV. Da allora si è tornati a un generale disinteresse. Come può la chiesa attirare su di sè l’attenzione per aumentare il numero di fedeli?
Secondo me sono vanity metrics della chiesa. Non corrisponde all’interesse della gente. Era un caso mediatico, c’era interesse culturale. Il problema è che in Italia credo si sia rotto qualcosa tra le persone e l’istituzione. A noi non importa che tanti seguano mediaticamente il Conclave ma che vadano a messa, che vivano il Vangelo.
Quanto conta oggi avere un “brand personale” nella chiesa cattolica?
A parer mio conta molto. Per noi conta tanto pure la credibilità dell’istituzione di cui facciamo parte. Per come funzionano i social non basta presentarsi in maniera solamente istituzionale. Un brand personale forte ce l’hanno avuto i santi, come San Francesco d’Assisi, Sant’Ignazio di Loyola. C’è un rapporto irrisolto tra carisma e istituzione: è come un tiro alla fune.
Cosa pensi delle app per pregare?
Faccio fatica a usarle. Mi rendo però conto che in alcune parti del mondo funzionano molto. Noi siamo figli di un passato connotato: c’è tanto nel cammino di ciascuno, anche dei non credenti, che ne frena l’utilizzo.
E delle app di dating tra cattolici?
Avevo un giudizio spietato. Prima ci si incontrava all'oratorio per trovare l’amore. Ora questi contesti sono meno connotati, meno frequentati. Se manca un contesto in cui incontrare le persone allora possono servire, sono app che sopperiscono a mancanze. In parrocchia, con la mia community, facciamo una serata ogni giovedì. Ci sono centinaia di ragazzi, anche fuorisede. Ed è diventato un punto di ritrovo. Devo dire che, al di là dei percorsi spirituali, tanti hanno trovato l’amore. Funziona meglio di Tinder? Non lo so, ma aiuta tanto le persone a vivere una vita sentimentale piena.
OneSec: quante volte hai controllato i social negli ultimi 5 minuti? Con questa app puoi rallentare nella tua vita (digitale e non), rendendoti conto di che rapporto hai con le piattaforme. Così impari a gestire meglio il tuo tempo.
💼 Social media manager @Futura
Società di e-learning
💰 RAL NON INDICATA
🎒 Tre anni di esperienza e competenze nel video editing
📍 Milano
💼
Coordinatore editoriale @Panini
Azienda editoriale
💰 RAL NON INDICATA
🎒 Padronanza di inglese e francese e capacità di interagire con i redattori
📍 Modena
💼
Junior data analyst
Azienda del settore marittimo
💰 RAL NON INDICATA
🎒 Laurea in Economia, Statistica o Ingegneria Gestionale e ottima conoscenza di Excel
📍 Genova
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